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Il gruppo dei subacquei della XXX Spedizione Italiana in Antartide al completo (nella foto insieme ad uno di due medici della base ed al capo spedizione). Copyright PNRA.

Miti antartici

Oggi, carissimi miei “followers”, vorrei condividere con voi un’emozione.

Siamo in Antartide e  questo lo sapete. Qualsiasi attività si faccia qui a MZS  ha  un qualcosa  di eccezionale (almeno per me, cittadina delle medie latitudine,  che si trova qui per la prima volta). Rimango stupefatta ogni qualvolta i ricercatori chiedono qualcosa e “puff”, come per magia, quel qualcosa viene realizzato dai diversi professionisti (artigiani, meccanici, etc, etc) del PNRA.

Ma in mezzo a tante attività stupefacenti ce ne è una che non ho nessuna remora a definire “mitologica”: l’attività subacquea.

L’attività dei subacquei del PNRA  è fondamentale per diversi ambiti della ricerca scientifica che si svolge qui a Mario Zucchelli Station. Spesso, infatti, i ricercatori che si occupano di biologia marina  hanno bisogno di prelevare campioni di sedimento o di organismi bentonici sul fondale marino a decine di metri di profondità.

La permanenza in acqua, che in Antartide ha una temperatura di qualche grado sotto lo zero, senza una specifica attrezzatura sarebbe impossibile. Per questo le immersioni sono preparate nei minimi dettagli e la vestizione del subacqueo diventa un rito che, nel mio immaginario scolastico, mi ha fatto pensare alla vestizione di un guerriero antico che si prepara alla battaglia.

Sono proprio alcune immagini di questa vestizione che vorrei condividere con voi.

 

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Antartide chiama … chiama … Ascoli Piceno!

La scorsa settimana si è svolto, non con una certa emozione da parte mia, il videocollegamento tra MZS e il Liceo Scientifico “A. Orsini” di Ascoli Piceno, la scuola che mi ha visto sui banchi come studentessa.

Le molte classi coinvolte dalle insegnanti del dipartimento di Scienze, che ringrazio personalmente, hanno impegnato i ricercatori e i meteorologi dell’Aeronautica Militare su diverse interessanti tematiche.

La domanda alla quale, però, è dedicato il post riguarda il “viaggio” per arrivare in Antartide. Io, oramai tanto tempo fa, vi ho parlato del mio viaggio per raggiungere MZS. Un viaggio lungo ma, in effetti, non troppo faticoso, tutto tramite mezzi aerei.

Quando però sul pack davanti la base gli aerei non possono più atterrare perché è diventato troppo sottile, allora da Christchurch o Hobart, i partecipanti alla spedizione partono in nave.

Ecco il breve resconto di uno dei ricercatori, Angelo Galeandro del Politecnico di Bari, che ha voluto condividere con FabAnt “gioie e dolori” del suo viaggio via mare.

Sono partito dall’Italia domenica 30 novembre. Il piano di volo prevedeva lo scalo in diversi aeroporti (Roma, Londra, Dubai per una sosta tecnica necessaria per il rifornimento dell’aereo, Sydney) prima di arrivare ad Hobart, in Tasmania, un’isola situata a sud dell’Australia. Tra tempo di volo e soste, il viaggio in aereo è durato quasi 48 ore. Eravamo in 11 ad essere diretti in Antartide, 8 persone alla base italo-francese Concordia, 3 alla base Mario Zucchelli. Ad Hobart ci siamo divisi, 6 (tra cui io) sono stati imbarcati sull’Astrolabe, una piccola nave francese diretta alla base francese Dumont D’Urville, i restanti 5 hanno proseguito in aereo per Casey (la base australiana).

 

Copyright PNRA.
Copyright PNRA.

Dopo essere rimasti ad Hobart per 4 giorni, a causa di problemi al generatore della nave, siamo salpati sabato 6 dicembre alle 10 del mattino. Tutti e 6 eravamo stati messi in una piccolissima stanza, che dovevamo condividere con i bagagli personali ed i bagagli con gli indumenti da indossare in Antartide. L’Astrolabe è una nave dal fondo piatto e, per questo, molto “sensibile” al moto ondoso. Non per niente, nel corso del tempo si è guadagnata l’appellativo di “Gastrolabe” per le numerose vittime del mal di mare che ha fatto negli anni. E infatti, nonostante il bel tempo e il mare poco agitato, diversi di noi sono stati male.

E' difficilissimo fare una foto "dritta" sull'Astrolabe. Vedere per credere! Copyright PNRA.
E’ difficilissimo fare una foto “dritta” sull’Astrolabe. Vedere per credere! Copyright PNRA.

Il viaggio, che sembrava non avere mai fine, è durato complessivamente 6 giorni. Il 5° giorno siamo arrivati finalmente in acque non mosse e costellate da lastre di ghiaccio alla deriva.

Quando la nave entra tra i ghiacci la navigazione è più tranquilla. Copyright PNRA.
Quando la nave entra tra i ghiacci la navigazione è più tranquilla. Copyright PNRA.

Avvicinandoci alla costa, siamo passati tra enormi iceberg, alcuni alti anche fino ad un centinaio di metri. Su diverse lastre erano “parcheggiati” pinguini di Adelia, pinguini imperatore, foche. In acqua abbiamo visto anche una balena e, forse, un’orca.

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Il soffio di una balena fotografata dal ponte dell’Astrolabe. Copyright PNRA.
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Foca Leopardo sul ghiaccio marino. Copyright PNRA.

Sbarcati a Dumont D’Urville, il giorno dopo ci hanno trasferiti con un piccolo aereo chiamato Twin Otter alla base Mario Zucchelli, destinazione finale, dove siamo arrivati domenica 14 dicembre. Eravamo stati in viaggio per 15 giorni, alcuni dei quali terribili a causa del mal di mare, ma alla fine la soddisfazione di aver raggiunto un posto che suscita emozioni difficilmente esprimibili a parole.

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Foto scattata nei pressi della base francese Dumont D’Urville.Copyright PNRA.

Grazie ad Angelo per averci raccontato la sua esperienza. Anche io ripartirò dall’Antartide via mare … speriamo bene!

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Antartide chiama … chiama … Cremona!

Nella scorsa settimana sono stati molti i collegamenti con le scuole del progetto “Adotta una Scuola dall’Antartide” del PNRA (Programma Nazionale di Ricerca in Antartide), a volte anche due per sera.

La settimana di videocollegamenti è stata aperta dagli studenti delle classi IA e IB CAT dell’Istituto Ghisleri di Cremona guidati dalla loro “polarissima” insegnante, nonché amica, Maria Laura Beltrami.

Alcune delle domande si sono concentrate sulla struttura della base Mario Zucchelli, che è stata la mia casa per questi due mesi e a cui è dedicato questo post.

La struttura della Base Mario Zucchelli “ci spiega il capo spedizione Franco Ricci”  è composta da un corpo centrale a due piani con una pianta a forma di “T”. Al primo piano ci sono i laboratori scientifici, sul lato lungo, e dall’altro lato, coesistono mensa, zona lavanderia, bar, cucine, sale fumatori e non fumatori e la zona notte.”

Una foto di Mario Zucchelli Station. Copyright PNRA.
Una foto di Mario Zucchelli Station. Copyright PNRA.

“La parte superiore” continua Franco ” è strutturata in modo da avere la Sala utenti dei computer, la sala conferenze maggiore, la sala conferenze minore, la sala calcolo, la sala geologi, i laboratori di elettronica e telecomunicazioni unitamente agli uffici della Direzione e le facilities telefoniche. Sopra a tutto ciò c’è la Sala operativa che è stata studiata e realizzata in modo da avere una visuale su 360 gradi.”

Veduta dall'alto di MZS dove si possono osservare oltre al corpo centrale in blu e arancio anche altri edifici come i magazzini  e gli hangar per gli elicotteri. Copyright PNRA.
Veduta dall’alto di MZS dove si possono osservare oltre al corpo centrale in blu e arancio anche altri edifici come i magazzini e gli hangar per gli elicotteri. Copyright PNRA.

“La Base “Mario Zucchelli “continua a raccontarci Franco Ricci “è titolata in memoria del compianto ingegnere che ha seguito questo progetto fin dai primi anni è stata costruita in questo luogo perché, nelle ispezioni precedenti la progettazione, il Prof. Carlo Stocchino, anche lui grande figura dell’Antartide e grande scienziato, unitamente ad altri esperti, capì subito che il posto era perfetto per l’edificazione di una Base. Infatti, Il posto è incantevole e la vicinanza del mare, favorisce tutte quelle attività di ricerca legate alla biologia marina. Inoltre, la posizione è particolarmente adatta per i collegamenti aerei continentali con le altre Basi e con Concordia.

Pista sul pack per l'atterraggio dell'L-100 che, partendo da Christchurch,  porta i primi gruppi di partecipanti alla spedizione. Copyright PNRA.
Pista sul pack per l’atterraggio dell’L-100 che, partendo da Christchurch, porta i primi gruppi di partecipanti alla spedizione. Copyright PNRA.

Il luogo, ha un privilegio unico al mondo per quanto riguarda il panorama. Si vede il Melbourne, un vulcano quiescente alto circa 3000 metri, il Campbell, una lingua di ghiaccio che si estende nel mare blu cobalto, quando il pack, ormai, è solo un ricordo invernale ed il cielo terso di un blu celestiale e cristallino strisciato da pennellate di nubi dalla forma inusuale. Insomma una vera tela dipinta da un artista mai nato”

E guardando la prossima foto come dare torto al nostro capo spedizione?!

Dalla sala operativa di MZS si gode una vista eccezionale. Dietro il mare ghiacciato si staglia la sagoma del Monte Melbourne, un vulcano quiesciente. Copyright PNRA.
Dalla sala operativa di MZS si gode una vista eccezionale. Dietro il mare ghiacciato si staglia la sagoma del Monte Melbourne, un vulcano quiesciente. Copyright PNRA.
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4 Dicembre: santa barbara.

Stamattina davanti la macchinetta del caffè, Andrea dice ” Allora … non mi fate gli auguri?!”  Qualcuno risponde “E’ il tuo compleanno?” “Ma no” continua Andrea ” Oggi è Santa Barbara, la protettrice dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare”

Quale migliore occasione per fare un post che dedico “of course” a tutte le “Barbara” (compresa la mia migliore amica) che conosco  ma anche ai Vigili del Fuoco e al personale della Marina Militare che sono presenti qui a Mario Zucchelli Station (MZS).

Giuseppe Possenti e Andrea Cavalieri. Due Vigili del Fuoco di MZS. Copyright PNRA.
Giuseppe Possenti dipendente Enea facente parte della squadra emergenza di MZS  e Andrea Cavalleri Vigile del Fuoco. Copyright PNRA.

“I Vigili del Fuoco qui a MZS ricoprono diverse funzioni” ci spiega il responsabile Andrea Cavalleri  “Ad esempio io mi occupo del rifornimento di carburante dei velivoli (aeroplani ed elicotteri), l’altro Vigile professionista, Antonio De Leonardis, si occupa della manutenzione degli automezzi”.

Da destra: Antonio De Leonardis Vigile del Fuoco, Daniele Visparelli e Giuseppe Caivano volontari nelle operazioni di assistenza a atterraggio e decollo dei mezzi aerei sul pack. Copyright PNRA.
Da destra: Antonio De Leonardis Vigile del Fuoco, Daniele Visparelli e Giuseppe Caivano volontari nelle operazioni di assistenza all’ atterraggio e al decollo dell’L-100 sul pack. Copyright PNRA.
Da destra: Andrea Cavalieri Vigile del Fuoco,  Antonio Zanutta e Lorenzo De  Silvestri volontari. Copyright PNRA.
Da destra: Andrea Cavalleri Vigile del Fuoco, Antonio Zanutta e Lorenzo De Silvestri volontari. Copyright PNRA.
Anche io ho fatto volontaria durante le operazioni di atterraggio e decollo dell' L-100 sul pack. Copyright PNRA.
Anche io ho fatto la volontaria durante le operazioni di atterraggio e decollo dell’ L-100 sul pack. Copyright PNRA.

Anche i militari della Marina svolgono diversi ruoli. Ad esempio come guide alpine per accompagnare i ricercatori nelle zone più disagiate del continente antartico e anche come palombari per le immersioni in cui svolgono i campionamenti che i ricercatori non potrebbero effettuare da soli viste le condizioni estreme dell’Oceano Meridionale.

Patrizio, Mario ed Emanuele sono tre rappresentanti della Marina Militare qui a MZS. Copyright PNRA.
Patrizio, Mario ed Emanuele sono tre rappresentanti della Marina Militare qui a MZS. Copyright PNRA.
Un fuoribordo del PNRA dove lavorano ricercatori coadiuvati da militari della Marina. Copyright PNRA.
Un fuoribordo del PNRA dove lavorano ricercatori coadiuvati da militari della Marina. Copyright PNRA.

“Per immergerci usiamo una muta stagna che ci consente di poter restare in acqua per 20 minuti” Ci racconta Mario, un maresciallo della Marina “prestato” alla ricerca per questo breve periodo della Spedizione in Antartide. “Infatti, a causa della bassa temperatura dell’acqua” continua Mario “ il corpo per cercare di contrastare l’ipotermia toglie il sangue alle estremità, cioè mani e piedi che rischiano il congelamento”.

Mario indossa la sua muta stagna. Copyright PNRA.
Mario indossa la sua muta stagna. Copyright PNRA.

Un altro ruolo in questo momento ricoperto da un pilota della Marina Militare, Alessio Chirivino, è quello di responsabile della Sala Operativa, il cervello organizzativo della base.

Qui in sala operativa vengono raccolte tutte le esigenze dei ricercatori e si schedulano le attività in modo da ottimizzare le risorse disponibili in termini di mezzi aerei, navali e terrestri” Ci spiega Alessio. ” Tutto quello che succede in base deve passare sotto l’occhio vigile della sala operativa”.

Il nostro chef di cucina sta già preparando due torte per festeggiare la ricorrenza. Abbiamo già tutti l’acquolina in bocca!

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Antartide chiama … chiama … Prato!

Quale miglior modo per “festeggiare” l’Antarctica Day se non quello trovato da alcune classi del Liceo  “N. Copernico” di Prato che alle 11 (ora italiana) del primo dicembre dopo una mattinata di seminari incentrati sul continente di ghiaccio, si sono collegate direttamente con la Stazione Mario Zucchelli a Baia Terra Nova per una videoconferenza.

Alessio Chirivino, pilota militare della Marina spiega il suo lavoro di responsabile della sala operativa della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA.
Alessio Chirivino, pilota militare della Marina spiega il suo lavoro di responsabile della sala operativa della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA.

Molti ricercatori e personale logistico della base si sono mobilitati per partecipare a questo evento di divulgazione della ricerca italiana in Antartide proprio nel giorno in cui si ricorda la firma del Trattato Antartico avvenuta, appunto, il primo di dicembre del 1959 e che vede iniziative del genere organizzate in tutto il mondo da Università e associazioni che si occupano di ricerca polare.

Il ricercatore Arnold Rakaj spiega agli studenti  la ricerca italiana sulla foca di Weddell. Copyright PNRA.
Il ricercatore Arnold Rakaj spiega agli studenti la ricerca italiana sulla foca di Weddell. Copyright PNRA.

Un grazie particolare alla Professoressa Maddalena Macario, docente polare, che ha organizzato questa giornata “freez-ante”

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Antartide chiama … chiama … “Antartide”!?

Il 29 novembre a Baia Terra Nova si è giocato in casa. Infatti il video collegamento effettuato con l’Italia ha visto dall’altra parte dello schermo docenti di scuola secondaria che si trovavano in quello che può essere considerato un pezzo di Antartide in Italia : il Museo Nazionale dell’Antartide nella sede di Trieste. L’occasione è stato un workshop per docenti organizzato nell’ambito del progetto VALFLU e  che ha previsto un collegamento con MZS (Mario Zucchelli Station).

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L’Incontro tra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica sta diventando un vero e proprio “cavallo di battaglia” per il mondo “polare”. Anche la mia partecipazione alla XXX spedizione italiana in Antartide si inserisce in questo nuovo modo di pensare la divulgazione della ricerca e cioè fare degli insegnanti di scuola primaria e secondaria i “portavoce” privilegiati per portare a conoscenza di queste tematiche il maggior numero di studenti possibile. Studenti che, si spera, un giorno diventeranno cittadini consapevoli dell’importanza della ricerca scientifica e del suo ruolo cruciale nello sviluppo del nostro Paese.

Silvia Illuminati, Sandro Francesconi, Alessia Cicconi, Michele Dalle Fratte, Maurizio Azzaro, ...., Daniele Visparelli. Ecco alcuni dei partecipanti alla videoconferenza con gli insegnanti di Trieste. Copyright  PNRA.
Silvia Illuminati, Sandro Francesconi, Alessia Cicconi, Michele Dalle Fratte, Maurizio Azzaro, Francesco Pongetti, Daniele Visparelli. Ecco alcuni dei partecipanti alla videoconferenza con gli insegnanti. Copyright PNRA.
Durante il videocollegamento ricercatori e personale logistico hanno spiegato la loro attività in Antartide. Copyright PNRA.
Durante il videocollegamento ricercatori e personale logistico hanno spiegato la loro attività in Antartide. Copyright PNRA.

 

 

 

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Buon “Antarctica Day” da Mario Zucchelli Station

“I Governi dell’Argentina, dell’Australia, del Belgio, del Cile, della Repubblica Francese, del Giappone, della Nuova Zelanda, della Norvegia, dell’Unione del Sud-Africa, dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord e degli Stati Uniti d’America, riconoscendo che è nell’interesse dell’intera umanità che l’Antartide continui ad essere sempre usata esclusivamente per fini pacifici e non divenga teatro od oggetto di discordie internazionali;[…] convinti che la creazione  di basi solide per la continuazione e lo sviluppo della cooperazione internazionale fondata sulla libertà della ricerca scientifica nell’Antartide […] è conforme agli interessi della scienza e del progresso dell’intera umanità […] ; hanno convenuto quanto segue …”

E quello che segue a questo incipit è il Trattato Antartico, un insieme di articoli che definisce le modalità per assicurare la conservazione dell’ambiente antartico e delle sue importanti risorse naturali.

Tutto bellissimo e normale se non fosse che questo Trattato è stato firmato il primo dicembre del 1959 in un periodo della storia mondiale che definire “caldo” è poco (tanto che va sotto il nome di “guerra fredda”).

Quando nei primi articoli si leggono frasi come “L’Antartide verrà usata a soli scopi pacifici” o parole come “cooperazione internazionale” non si può far altro, visto il momento storico in cui sono state scritte, che pensare di essere di fronte ad un “miracolo”.

Solo il magico continente di ghiaccio poteva fare tanto e diventare il simbolo di una speranza per tutta l’umanità: pace e cooperazione all’insegna della ricerca scientifica!

Oggi fanno parte del Sistema del Trattato Antartico 45 paesi tra cui l’Italia che ha aderito il 18 marzo del 1981.

Da quel non troppo lontano 1959,ogni primo di dicembre si “festeggia” l’Antarctica Day.

Care scuole Fabant se nelle vostre classi avete organizzato qualche iniziativa per ricordare questa giornata inviatemi qualcosa così la pubblico sul blog.

Buon Antarctica Day a tutti!

 

Un'immagine non del tutto aggiornata della collocazione delle basi antartiche. Avere una stazione di ricerca in Antartide è condizione necessaria per aderire al Sistema del Trattato Antartico.
Un’immagine, non del tutto aggiornata, della collocazione delle basi antartiche. Avere una stazione di ricerca in Antartide è condizione necessaria per aderire al Sistema del Trattato Antartico.

 

Cosa mangiamo oggi?

Questo post è dedicato alle classi IA e IB dell’Istituto “Vacchelli” di Cremona che, con la loro insegnante Maria Laura Beltrami, stanno lavorando attivamente sulle Scienze Polari.

Le classi IA e IB dell'Istituto Vacchelli di Cremona al lavoro sulle scienze polari.
Le classi IA e IB dell’Istituto Vacchelli di Cremona al lavoro sulle scienze polari.

Tra le loro domande ce ne è una a cui rispondo con questo post così approfitto per tranquillizzare mia madre, i miei amici e alcuni miei studenti (cara IV i che si preoccupa per la sua prof!): cosa mangiamo qui in Antartide?

Vi dico subito che se state cercando il miglior ristorante sulla faccia della Terra è proprio qui che dovete venire: alla Stazione Mario Zucchelli (MZS)  a Baia Terra Nova. Lo so, non è proprio dietro l’angolo … peccato!

Insegna del "Ristorante"  della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA
Insegna del “Ristorante” della Base Mario Zucchelli.
Copyright PNRA

All’Antica Porperia, così è stata battezzata la “cucina” di  di MZS è come avere un piccolo angolo d’Italia nel luogo più lontano dalla nostra patria che si possa immaginare. Un angolo fatto di sapori e profumi e per dimostrarvelo vi allego due esempi di menù che gli “abitanti” di MZS si trovano all’ingresso della mensa.

Entrando in mensa, come in ogni ristorante che si rispetti, si può consultare il menù del giorno, preparato da Tiziano Bastianelli. Come vedete lo chef Franco ci vizia. Copyright PNRA
Entrando in mensa, come in ogni ristorante che si rispetti, si può consultare il menù del giorno, preparato da Tiziano Bastianelli. Come potete vedere lo chef Franco ci vizia. Copyright PNRA

Come vi ho già raccontato in altri post, in questo luogo dove non esistono dì e notte è facile perdere la nozione del tempo e la cucina scandisce il ritmo non solo delle giornate ma anche delle settimane. Tutti i sabati si mangia la pizza e questa è entrata di diritto  nel “gergo” della base (quale piccola comunità non ne crea uno proprio?!) come unità di misura del tempo. Non è inusuale ascoltare conversazioni come queste: “Da quanto sei arrivato in base?” ” Da due pizze” ( due settimane..)!

Il menù di oggi. E' sabato ed è prevista pizza. Copyright PNRA.
Il menù di oggi. E’ sabato ed è prevista pizza. Copyright PNRA.

 

 

Emanuele (addetto cucina), Luigi (aiuto cuoco) e Franco (chef). La "cucina" al completo. Copyright PNRA.
Emanuele (addetto cucina), Luigi (aiuto cuoco) e Franco (chef). La “cucina” al completo. Copyright PNRA.

Grazie Emanuele, Luigi e Franco … siete fortissimi!

 

 

Emanuele (addetto cucina), Luigi (aiuto cuoco) e Franco (chef). La "cucina" al completo. Copyright PNRA.

il “cuore caldo” di Mario Zucchelli Station

E’ quasi la mezza: in corridoio cominciano a diffondersi odori e profumi della lontana madrepatria. Seguiamo la scia ed arriviamo nella cucina, il cuore caldo e “fumante” della base, il regno indiscusso di tre persone speciali: Franco, Emanuele e Luigi. E non sono solo i buonissimi piatti che preparano a “scaldare” il cuore ma anche la loro simpatia e disponibilità. In cucina (restando sulla porta perché dentro non si può di certo entrare!) ci si sente a casa;  ci sono sempre una parola ed un sorriso per tutti.

Insegna del "Ristorante"  della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA
Insegna del “Ristorante” della Base Mario Zucchelli.
Copyright PNRA

Per chi non vive tanti mesi lontano da casa propria sarà difficile capire l’importanza del momento comune dei pasti. In un luogo quasi surreale,  sempre alla luce (per noi abituati al ciclo dì-notte), dove le azioni e le persone non sono quelle della nostra quotidianità, la “cucina” scandisce il ritmo (proprio come un “cuore”!) e  rappresenta il punto fermo, la sicurezza, il “profumo” di casa, appunto!

In fila per accedere al "ristorante" migliore del mondo. Copyright PNRA.
In fila per accedere al “ristorante” migliore del mondo. Copyright PNRA.

 

 

 

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Antartide chiama… chiama … milano!

Grande fermento in sala operativa qualche sera fa. Quasi una decina tra ricercatori, logisti, informatici per rispondere ad un pubblico d’eccezione:  le classi terze A,B,C della Scuola Primaria “D. Moro”- ICS “Capponi” di Via Pescarenico , Milano.

E’ iniziato così la serie di videoconferenze tra la base Mario Zucchelli in Antartide e le scuole aderenti al progetto.

La sala operativa piena di "professionalità" per la videoconferenza. Copyright PNRA.
La sala operativa piena di “professionalità” per la videoconferenza. Copyright PNRA.

Domande su animali antartici, condizioni meteorologiche, cambiamenti climatici hanno impegnato tutti i presenti letteralmente “incantati” da un pubblico di studenti in “erba” preparatissimi sull’argomento grazie anche alla lezione, fatta prima della partenza per il continente di ghiaccio da uno dei partecipanti alla spedizione, il vigile del fuoco Claudio Sambrini nell’ambito del progetto Adotta Una Scuola Dall’Antartide.

Edoardo Spirandelli spiega alle classi l'utilizzo del Robot per le riprese subacquee. Copyright PNRA:
Edoardo Spirandelli del CNR-ISSIA di Genova  spiega alle classi l’utilizzo del Robot per le riprese subacquee. Copyright PNRA:
Piero Cavoli , informatico dell'UTA ( Unità Tecnica Antartide) dell'ENEA mentre si collega in videoconferenza. Copyright PNRA.
Piero Cavoli , informatico dell’UTA ( Unità Tecnica Antartide) dell’ENEA mentre si collega in videoconferenza. Copyright PNRA.

Un momento di stupore da parte di tutti i presenti quando un volatile si è posato sul ballatoio della sala operativa e mostrato in diretta ai bambini si è sentito un corale “E’ uno Skua! ”… (Penso che non sia così facile che in Italia tanti bambini sappiano dell’esistenza di questo uccello!!!)

Un saluto finale prima di interrompere il collegamento con il posto più remoto della Terra. Copyright PNRA.
Un saluto finale prima di interrompere il collegamento con il posto più remoto della Terra. Copyright PNRA.

Cosa dire a questi piccoli già appassionati di Antartide se non “continuate cosi!”

Un ringraziamento anche a tutti coloro che mi hanno dato una mano: Piero, Christian, Marco C., Alessio, Arnold, Marco F., Giuseppe, Emanuele, Egidio, Edoardo, Daniele, Claudio.