Oggi, carissimi miei “followers”, vorrei condividere con voi un’emozione.
Siamo in Antartide e questo lo sapete. Qualsiasi attività si faccia qui a MZS ha un qualcosa di eccezionale (almeno per me, cittadina delle medie latitudine, che si trova qui per la prima volta). Rimango stupefatta ogni qualvolta i ricercatori chiedono qualcosa e “puff”, come per magia, quel qualcosa viene realizzato dai diversi professionisti (artigiani, meccanici, etc, etc) del PNRA.
Ma in mezzo a tante attività stupefacenti ce ne è una che non ho nessuna remora a definire “mitologica”: l’attività subacquea.
L’attività dei subacquei del PNRA è fondamentale per diversi ambiti della ricerca scientifica che si svolge qui a Mario Zucchelli Station. Spesso, infatti, i ricercatori che si occupano di biologia marina hanno bisogno di prelevare campioni di sedimento o di organismi bentonici sul fondale marino a decine di metri di profondità.
La permanenza in acqua, che in Antartide ha una temperatura di qualche grado sotto lo zero, senza una specifica attrezzatura sarebbe impossibile. Per questo le immersioni sono preparate nei minimi dettagli e la vestizione del subacqueo diventa un rito che, nel mio immaginario scolastico, mi ha fatto pensare alla vestizione di un guerriero antico che si prepara alla battaglia.
Sono proprio alcune immagini di questa vestizione che vorrei condividere con voi.
Come non commuoversi quando, a quasi 16 mila km di distanza da casa, nel periodo natalizio, una classe come la III A di Bancole dell’ Istituto Comprensivo di Porto Mantovano invia degli auguri di buone feste così belli!?
Grazie bambini da parte di tutti i ricercatori e di tutto il personale della XXX Spedizione Italiana in Antartide. E tante grazie anche al “polarissimo” maestro tecnologico Giancarlo. Ci avete regalato un momento veramente magico!
Questa volta sono stati i ragazzi delle prime classi dell’ISIS BEM di Gradisca/ Staranzano (GO) a collegarsi con il continente di ghiaccio.
Le domande, a cui hanno risposto i ricercatori presenti a MZS, hanno spaziato da interrogativi riguardanti le peculiarità dell’Antartide fino a curiosità sulla giornata “tipo” dei ricercatori e l’organizzazione della vita in base.
Interessante è stata la domanda riguardante i collegamenti con altre basi di ricerca a cui è dedicato questo post.
Prima di tutto la ricerca in Antartide è basata sulla cooperazione internazionale, principio sancito dal Trattato Antartico di cui vi ho già parlato.
Per motivi di vicinato spesso in base si possono incontrare coreani e tedeschi (la base tedesca di Gondwana e la nuovissima base coreana Jang Bogo Station sono vicine alla nostra:le possiamo raggiungere con 15 minuti di motoslitta o automobile finché c’è il pack nella Tethys Bay).
Un’altra base con cui si collabora spesso è quella francese Dumont D’Urville che si trova a circa 1200 km da MZS (tutto sommato abbastanza vicino considerando le distanze qui in Antartide). Questo anche perché con i francesi condividiamo una base che è un fiore all’occhiello della ricerca antartica, la base Concordia che si trova all’interno del continente ( anche lei a 1200 km da MZS).Altri vicini di casa sono gli americani della base McMurdo, la più grande base presente qui in Antartide, dove vivono più di 1000 persone, e i neozelandesi con la loro Scott Base.
E’ normalissimo, qui in base, sentire parlare in inglese e francese oppure vedere a pranzo ricercatori neozelandesi o coreani.
E’ veramente un ambiente “internazionale” e “interculturale”!
Stamattina davanti la macchinetta del caffè, Andrea dice ” Allora … non mi fate gli auguri?!” Qualcuno risponde “E’ il tuo compleanno?” “Ma no” continua Andrea ” Oggi è Santa Barbara, la protettrice dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare”
Quale migliore occasione per fare un post che dedico “of course” a tutte le “Barbara” (compresa la mia migliore amica) che conosco ma anche ai Vigili del Fuoco e al personale della Marina Militare che sono presenti qui a Mario Zucchelli Station (MZS).
“I Vigili del Fuoco qui a MZS ricoprono diverse funzioni” ci spiega il responsabile Andrea Cavalleri “Ad esempio io mi occupo del rifornimento di carburante dei velivoli (aeroplani ed elicotteri), l’altro Vigile professionista, Antonio De Leonardis, si occupa della manutenzione degli automezzi”.
Anche i militari della Marina svolgono diversi ruoli. Ad esempio come guide alpine per accompagnare i ricercatori nelle zone più disagiate del continente antartico e anche come palombari per le immersioni in cui svolgono i campionamenti che i ricercatori non potrebbero effettuare da soli viste le condizioni estreme dell’Oceano Meridionale.
“Per immergerci usiamo una muta stagna che ci consente di poter restare in acqua per 20 minuti” Ci racconta Mario, un maresciallo della Marina “prestato” alla ricerca per questo breve periodo della Spedizione in Antartide. “Infatti, a causa della bassa temperatura dell’acqua” continua Mario “ il corpo per cercare di contrastare l’ipotermia toglie il sangue alle estremità, cioè mani e piedi che rischiano il congelamento”.
Un altro ruolo in questo momento ricoperto da un pilota della Marina Militare, Alessio Chirivino, è quello di responsabile della Sala Operativa, il cervello organizzativo della base.
“Qui in sala operativa vengono raccolte tutte le esigenze dei ricercatori e si schedulano le attività in modo da ottimizzare le risorse disponibili in termini di mezzi aerei, navali e terrestri” Ci spiega Alessio. ” Tutto quello che succede in base deve passare sotto l’occhio vigile della sala operativa”.
Il nostro chef di cucina sta già preparando due torte per festeggiare la ricorrenza. Abbiamo già tutti l’acquolina in bocca!
Il 29 novembre a Baia Terra Nova si è giocato in casa. Infatti il video collegamento effettuato con l’Italia ha visto dall’altra parte dello schermo docenti di scuola secondaria che si trovavano in quello che può essere considerato un pezzo di Antartide in Italia : il Museo Nazionale dell’Antartide nella sede di Trieste. L’occasione è stato un workshop per docenti organizzato nell’ambito del progetto VALFLU e che ha previsto un collegamento con MZS (Mario Zucchelli Station).
L’Incontro tra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica sta diventando un vero e proprio “cavallo di battaglia” per il mondo “polare”. Anche la mia partecipazione alla XXX spedizione italiana in Antartide si inserisce in questo nuovo modo di pensare la divulgazione della ricerca e cioè fare degli insegnanti di scuola primaria e secondaria i “portavoce” privilegiati per portare a conoscenza di queste tematiche il maggior numero di studenti possibile. Studenti che, si spera, un giorno diventeranno cittadini consapevoli dell’importanza della ricerca scientifica e del suo ruolo cruciale nello sviluppo del nostro Paese.
E’ quasi la mezza: in corridoio cominciano a diffondersi odori e profumi della lontana madrepatria. Seguiamo la scia ed arriviamo nella cucina, il cuore caldo e “fumante” della base, il regno indiscusso di tre persone speciali: Franco, Emanuele e Luigi. E non sono solo i buonissimi piatti che preparano a “scaldare” il cuore ma anche la loro simpatia e disponibilità. In cucina (restando sulla porta perché dentro non si può di certo entrare!) ci si sente a casa; ci sono sempre una parola ed un sorriso per tutti.
Per chi non vive tanti mesi lontano da casa propria sarà difficile capire l’importanza del momento comune dei pasti. In un luogo quasi surreale, sempre alla luce (per noi abituati al ciclo dì-notte), dove le azioni e le persone non sono quelle della nostra quotidianità, la “cucina” scandisce il ritmo (proprio come un “cuore”!) e rappresenta il punto fermo, la sicurezza, il “profumo” di casa, appunto!
Le note dell’Inno di Mameli risuonano nell’aria e all’ordine di “alzabandiera” del Colonnello dell’Aeronautica Sergio Fulvio, l’Ufficiale delle Forze Armate più alto in grado presente in base, il Tricolore e la bandiera dell’Unione Europea vengono issate ed iniziano a sventolare sopra le nostre teste.
Niente di strano se tutto questo non stesse avvenendo a migliaia di km dall’Italia nel luogo più lontano dalla madre patria che si possa immaginare sul nostro pianeta: l’Antartide.
Questa cerimonia, che si è svolta alla Stazione Mario Zucchelli, è stata una sorta di “apertura” ufficiale della XXX Spedizione Italiana in Antartide. Ebbene si: l’Italia è presente nel continente di ghiaccio con la sua prima base di ricerca da ben trent’anni!
Momenti di commozione quando il capo spedizione Giuseppe De Rossi ha ricordato le persone che, dopo aver dato tanto alla ricerca in Antartide, non sono più tra noi e un lungo applauso finale ha reso omaggio a questi nomi che, per molti partecipanti, sono stati colleghi ed amici.
Nel post precedente andavo un po’ di fretta… ma ora che sono più tranquilla vi porto un po’ con me nel viaggio verso l’Antartide.
Inizio con un po’ di immagini della partenza.
Intanto ecco il gruppo che partiva con me al completo davanti al terminal dedicato esclusivamente ai voli per l’Antartide. E, visto che parenti ed amici dei partecipanti alla spedizione sono i miei più fedeli lettori, non vi risparmio i nomi.
Precisamente da sinistra verso destra:
Silvia, Daniele (fila in basso), Eugenio, Elena, Io (Alessia), Maurizio, Edo, Arnold, Antonio, Michele, Gianfranco, Francesco, Alessandro.
Accidenti…mancano Sandro ed Emanuele … stanno arrivando …. li vediamo a 100 metri di distanza con il loro bagaglio…troppo tardi per la foto…
Eccoci mentre saliamo nel L-100 (praticamente un C-130 modificato per i voli civili) del PNRA che con circa 7 ore di volo ci condurrà nel continente bianco dopo aver percorso circa 3000 Km.
E durante il viaggio … mentre meno te lo aspetti…arriva lei … l’Antartide, in tutta la sua bellezza. E allora capisci che questo post “doveva” essere diviso in due parti: prima e dopo…
Lo so , lo so…potevo fare di meglio ma volevo portarvi con me davanti all’International Antarctic Center. Mi raccomando alzate il volume al massimo… questo è il paese del vento!
Attività svolta nell’ambito del Protocollo di intesa fra MIUR e MNA per diffondere le conoscenze scientifiche sulle regioni polari agli studenti di scuola secondaria e con la collaborazione del PNRA