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il più “anziano” della base.

Il Basler parcheggiato sul pack davanti la Stazione Mario Zucchelli. Copyright PNRA.
Il Basler parcheggiato sul pack davanti la Stazione Mario Zucchelli. Copyright PNRA.

Questo post è dedicato a tutti coloro che amano gli aerei. Vi ho già parlato del Twin Otter ma accanto a lui “parcheggiato” sul pack davanti la Stazione Mario Zucchelli, c’è un altro aeroplano: il BASLER BT-67.

Questo aereo, a differenza del suo vicino, ha sia le ruote che gli sci per atterrare sulla neve e viene utilizzato per lunghi trasferimenti all’interno del continente antartico. Ad esempio in questi giorni ci sarà un volo che porterà diverse persone alla stazione Concordia che si trova a circa 1200 km da MZS (Mario Zucchelli Station) e ad effettuarlo sarà proprio lui, il nostro Basler. L’aereo viene anche usato per distribuire bidoni di carburante in siti remoti dove poi vanno a rifornirsi gli elicotteri quando accompagnano i ricercatori in missioni scientifiche lontano dalla base.

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Bidoni di carburante scaricati dal Basler nel sito remoto di Morozumi Range. Copyright PNRA.

Ho avuto il piacere di fare uno di questi viaggi per rifornire questi “pit stop” nel ghiaccio.

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Equipaggio del volo del Basler al sito remoto di Morozumi Range. Copyright PNRA.

Ma la cosa incredibile di questo aereo è che può vantare la coppa del “più anziano” in base. Infatti, se andiamo a guardare l’anno di costruzione torniamo indietro al 1942 e scopriamo che questo apparecchio ha fatto la seconda guerra mondiale. Non è altro, infatti, che un vecchio e famosissimo DC-3, noto anche come Dakota.

Targhetta del Basler dove si può leggere l'anno di costruzione:1942! Copyright PNRA.
Targhetta del Basler dove si può leggere l’anno di costruzione:1942! Copyright PNRA.

Ora, sostituiti i motori a pistoni con delle turbine, è passato “dalla guerra alla ricerca” ( non è l’unico caso qui in Antartide). Quale migliore “avanzamento di carriera” per questo gioiellino dell’aria?!

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E’ arrivato il Twin Otter!

Qualche giorno fa è atterrato a Baia Terra Nova il Twin Otter, l’aeroplano con il quale, dalla nostra base di ricerca, vengono effettuati trasferimenti e spostamenti in Antartide.

Fin qui niente di troppo speciale se non fosse per il viaggio che ha fatto questo apparecchio per arrivare davanti alla Stazione Mario Zucchelli. Giochiamo un pochino ad “Acqua e Fuoco” … Provate, infatti, ad indovinare da dove proviene l’equipaggio che ne è sceso… “Italia”? Acqua, acqua …  “Nuova Zelanda”? Acqua …. Allora, “Australia”? Ancora acqua … Arrendetevi perché non ci arriverete mai… L’aereo è partito da Calgary (non … Cagliari!) una città del Canada e, dopo 11 giorni di viaggio in cui ha attraversato tutto il Nord America, il Sud America e trasvolato da ovest ad est tutta l’Antartide, eccolo qui davanti ai miei occhi.

Il Twin Otter appena atterrato sul pack di Baia Terra Nova. Copyright PNRA.
Il Twin Otter appena atterrato sul pack di Baia Terra Nova. Copyright PNRA.

Uno dei membri dell’equipaggio, Kelsey, ci spiega quali sono state le loro tappe. Lo so, il video è in inglese, (d’altronde Kelsey è canadese), ma potete riconoscere qualche nome: Texas, Portorico, Equador, tre notti in Cile (il Cile è lungo!), Rothera (base inglese nella Penisola Antartica) , Polo Sud (nella base americana Amundsen-Scott che si trova proprio sul Polo Sud) e, dulcis in fundo, Mario Zucchelli Station.

Chiaramente appena arrivati sul continente antartico, come per le auto si passa dai pneumatici estivi a quelli invernali, nel Twin Otter si sostituiscono le ruote di gomma con degli sci che gli consentono di atterrare e decollare sulla neve in pochi metri.

Trasferimento delle ruote del Twin Otter. Copyright PNRA.
Trasferimento delle ruote del Twin Otter. Copyright
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Atterraggio … anzi no, ammaraggio …anzi no, “a-pack-aggio”

Ed eccomi atterrata sul … mare !
Ah, non ve l’ho detto? Il nostro L-100 atterra sul ghiaccio marino (il pack). Quindi, tecnicamente, abbiamo fatto un ammaraggio… Lo so … sembra incredibile, ma finché il ghiaccio marino avrà uno spessore di almeno 2 metri l’aereo potrà continuare ad atterrarci sopra, poi, bisognerà arrivare alla base Mario Zucchelli via mare.
Durante l’inverno australe le basse temperature atmosferiche provocano il congelamento del primo strato di mare formando il cosiddetto pack o banchisa o ghiaccio marino.

Guardate che differenza tra l’estensione del pack tra l’estate e l’inverno australe.

Estensione minima del pack durante l'estate australe.
Estensione del pack o ghiaccio marino durante l’estate australe.
Estensione del pack o ghiaccio marino durante l'inverno australe.
Estensione del pack o ghiaccio marino durante l’inverno australe.