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Antartide chiama … chiama … Staranzano!

Questa volta sono stati i ragazzi delle prime classi dell’ISIS BEM di Gradisca/ Staranzano (GO) a collegarsi con il continente di ghiaccio.

Le domande, a cui hanno risposto i ricercatori presenti a MZS, hanno spaziato da interrogativi  riguardanti le peculiarità dell’Antartide fino a curiosità sulla giornata “tipo” dei ricercatori e l’organizzazione della vita in base.

Interessante è stata la domanda riguardante i collegamenti con altre basi di ricerca a cui è dedicato questo post.

Prima di tutto la ricerca in Antartide è basata sulla cooperazione internazionale, principio sancito dal Trattato Antartico di cui vi ho già parlato.

Per motivi di vicinato spesso in base si possono incontrare coreani e tedeschi (la base tedesca di Gondwana e la nuovissima base coreana Jang Bogo Station sono vicine alla nostra:le possiamo raggiungere con 15 minuti di motoslitta o automobile finché c’è il pack nella Tethys Bay).

Base tedesca di Gondwana. Copyright PNRA.
Base tedesca di Gondwana. Copyright PNRA.
Veduta dall'alto della nuovissima Jang Bogo Station coreana. Copyright PNRA.
Veduta dall’alto della nuovissima Jang Bogo Station coreana. Copyright PNRA.
Da buona tradizione italiana "abbiamo bussato con i piedi" a Jang Bogo Station. Il nostro chef di cucina Franco Lubelli ( a destra nella foto con lo chef coreano) ha preparato una torta da portare in dono ai coreani. Copyright PNRA.
Da buona tradizione italiana “abbiamo bussato con i piedi” a Jang Bogo Station. Il nostro chef di cucina Franco Lubelli ( a destra nella foto con lo chef coreano) ha preparato una  buonissima e bellissima torta da portare in dono ai coreani. Copyright PNRA.

Un’altra base con cui si collabora spesso è quella francese Dumont D’Urville che si trova a circa 1200 km da MZS (tutto sommato abbastanza vicino considerando le distanze qui in Antartide). Questo anche perché con i francesi condividiamo una base che è un fiore all’occhiello della ricerca antartica, la base Concordia che si trova all’interno del continente ( anche lei a 1200 km da MZS).Altri vicini di casa sono gli americani della base McMurdo, la più grande base presente qui in Antartide, dove vivono più di 1000 persone, e i neozelandesi con la loro Scott Base.

E’ normalissimo, qui in base, sentire parlare in inglese e francese oppure  vedere a pranzo ricercatori neozelandesi o coreani.

E’ veramente un ambiente “internazionale” e “interculturale”!

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Antartide chiama … chiama … Prato!

Quale miglior modo per “festeggiare” l’Antarctica Day se non quello trovato da alcune classi del Liceo  “N. Copernico” di Prato che alle 11 (ora italiana) del primo dicembre dopo una mattinata di seminari incentrati sul continente di ghiaccio, si sono collegate direttamente con la Stazione Mario Zucchelli a Baia Terra Nova per una videoconferenza.

Alessio Chirivino, pilota militare della Marina spiega il suo lavoro di responsabile della sala operativa della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA.
Alessio Chirivino, pilota militare della Marina spiega il suo lavoro di responsabile della sala operativa della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA.

Molti ricercatori e personale logistico della base si sono mobilitati per partecipare a questo evento di divulgazione della ricerca italiana in Antartide proprio nel giorno in cui si ricorda la firma del Trattato Antartico avvenuta, appunto, il primo di dicembre del 1959 e che vede iniziative del genere organizzate in tutto il mondo da Università e associazioni che si occupano di ricerca polare.

Il ricercatore Arnold Rakaj spiega agli studenti  la ricerca italiana sulla foca di Weddell. Copyright PNRA.
Il ricercatore Arnold Rakaj spiega agli studenti la ricerca italiana sulla foca di Weddell. Copyright PNRA.

Un grazie particolare alla Professoressa Maddalena Macario, docente polare, che ha organizzato questa giornata “freez-ante”

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Buon “Antarctica Day” da Mario Zucchelli Station

“I Governi dell’Argentina, dell’Australia, del Belgio, del Cile, della Repubblica Francese, del Giappone, della Nuova Zelanda, della Norvegia, dell’Unione del Sud-Africa, dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord e degli Stati Uniti d’America, riconoscendo che è nell’interesse dell’intera umanità che l’Antartide continui ad essere sempre usata esclusivamente per fini pacifici e non divenga teatro od oggetto di discordie internazionali;[…] convinti che la creazione  di basi solide per la continuazione e lo sviluppo della cooperazione internazionale fondata sulla libertà della ricerca scientifica nell’Antartide […] è conforme agli interessi della scienza e del progresso dell’intera umanità […] ; hanno convenuto quanto segue …”

E quello che segue a questo incipit è il Trattato Antartico, un insieme di articoli che definisce le modalità per assicurare la conservazione dell’ambiente antartico e delle sue importanti risorse naturali.

Tutto bellissimo e normale se non fosse che questo Trattato è stato firmato il primo dicembre del 1959 in un periodo della storia mondiale che definire “caldo” è poco (tanto che va sotto il nome di “guerra fredda”).

Quando nei primi articoli si leggono frasi come “L’Antartide verrà usata a soli scopi pacifici” o parole come “cooperazione internazionale” non si può far altro, visto il momento storico in cui sono state scritte, che pensare di essere di fronte ad un “miracolo”.

Solo il magico continente di ghiaccio poteva fare tanto e diventare il simbolo di una speranza per tutta l’umanità: pace e cooperazione all’insegna della ricerca scientifica!

Oggi fanno parte del Sistema del Trattato Antartico 45 paesi tra cui l’Italia che ha aderito il 18 marzo del 1981.

Da quel non troppo lontano 1959,ogni primo di dicembre si “festeggia” l’Antarctica Day.

Care scuole Fabant se nelle vostre classi avete organizzato qualche iniziativa per ricordare questa giornata inviatemi qualcosa così la pubblico sul blog.

Buon Antarctica Day a tutti!

 

Un'immagine non del tutto aggiornata della collocazione delle basi antartiche. Avere una stazione di ricerca in Antartide è condizione necessaria per aderire al Sistema del Trattato Antartico.
Un’immagine, non del tutto aggiornata, della collocazione delle basi antartiche. Avere una stazione di ricerca in Antartide è condizione necessaria per aderire al Sistema del Trattato Antartico.

 

Fermento polare. Nelle scuole FabAnt

Ci siamo. Le scuole FabAnt sono definitivamente decollate. Ecco alcune delle attività svolte dai temerari studenti polari. E una iniziativa per docenti

  1. All’IIS Vespucci di Livorno sotto la guida della Prof Marianna Daniele gli studenti hanno lavorato al progetto didattico “Penguinwacth” che con un metodo ludico ma anche scientificamente rigoroso è riuscito ad avvicinare i ragazzi alla ricerca scientifica . Gli studenti hanno sviluppato non solo competenze strettamente legate al tema biologico ma anche competenze più ampie e trasversali (cittadinanza attiva, TIC, CLIL…).
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    Gli studenti del “Vespucci” di Livorno al lavoro

     

  2. A Cremona invece i ragazzi della 2°A della scuola “Trento Trieste” sotto la guida delle Prof.sse Monica Boccoli e Simonetta Anelli, hanno deciso di utilizzare FabAnt per studiare l’acqua e il ghiaccio in tutte le loro forme, realizzando anche un simpatico video.
  3. Segnalo infine che a fine Novembre a Trieste si svolgerà un workshop per insegnanti polari. Son previsti sia interventi di ricercatori dell’OGS, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Oceanografia Sperimentale sia tanti laboratori didattici pronti da svolgere in classe. C’è in programma anche un collegamento in diretta con me…

Vi ricordo che se mi volete mandare foto delle vostre attività nelle scuole, devo applicare alcune regole elementari di privacy. Quindi potrò pubblicare solo le immagini (o i video) in cui non sono visibili volti di studenti a meno che non siano maggiorenni oppure mi facciate avere una liberatoria alla pubblicazione di tale materiale.

Sei alla ricerca di una idea di attività o laboratorio polare da fare in classe? Scrivimi. Ho montagne, anzi iceberg, di laboratori pronti da svolgere.

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Bianco, rosso e … blu!

Pensavate che stessi parlando del nostro tricolore, vero?! E invece questo post è dedicato agli ospiti francesi che, arrivati insieme a noi da Christchurch, hanno soggiornato nella nostra base in attesa che fosse possibile effettuare il viaggio aereo verso la loro principale base in Antartide: la stazione Dumont D’Urville. Avere “ospiti” in Antartide non è poi così strano. Le varie nazioni che fanno ricerca nel continente di ghiaccio, infatti, collaborano tra di loro nelle ricerche ma anche nella logistica, proprio come in questo caso. L’aereo del PNRA ha “dato un passaggio” ai colleghi francesi fino alla nostra base Mario Zucchelli; le condizioni meteo hanno impedito loro di proseguire subito il viaggio verso la loro stazione di ricerca … e così, per qualche giorno in base si è respirata un’atmosfera di “Concordia” (concedetemi il doppio senso: Concordia, infatti, è il nome della base italo-francese che si trova all’interno del continente antartico) in cui i discorsi in italiano si sono mescolati con quelli in francese. La collaborazione tra le varie nazioni è sancita dal Trattato Antartico, documento firmato nel 1959, che, con successive modifiche, rappresenta, ancora oggi, il punto di riferimento per le attività in Antartide (non temete, in un futuro post vi parlerò anche del Trattato Antartico…).

E allora cosa di meglio per salutare i nostri amici d’oltralpe, che ci sono vicini anche qui in Antartide (“solo” 1200 km separano la stazione Mario Zucchelli da quella Dumont D’Urville), di questa foto dove trovate il tricolore francese: BLU come la divisa degli “antartici” francesi, ROSSO come i colori degli “antartici” italiani e il BIANCO … beh, il bianco ce lo mette l’Antartide!

Partenza degli ospiti francesi verso la stazione Dumont D'Urville. Copyright PNRA
Partenza degli ospiti francesi verso la stazione Dumont D’Urville. Copyright PNRA