Campo remoto a Key Island allestito per studiare le foche di Weddell lì presenti. Copyright PNRA.

campo remoto: cosa sarà mai?!

Cosa è un campo remoto?  Vi chiederete, vero?!

Ve lo spiego subito: ogni volta che i ricercatori devono effettuare i loro studi in siti lontani dalla base viene allestito nel luogo in questione un “campo remoto” che altro non è che una tenda più grande del solito, dove si dovrà dormire, mangiare, lavarsi … insomma convivere in un piccolo spazio.

Quel puntino sul pack che vedete è la tenda del nostro campo remoto. Copyright PNRA
Quel puntino sul pack che vedete è la tenda del nostro campo remoto. Copyright PNRA.

Diciamo che l’esperienza del campo remoto mette alla prova non solo la resistenza fisica per chi, come noi (e non provate a negarlo…) è abituato ad avere tutte le comodità ma anche quella psicologica. E’ infatti fondamentale che il gruppo che vive questa convivenza sia costituito da persone che cerchino di andare d’accordo tra loro lasciando da parte personalismi e pretese e facendo di tolleranza e disponibilità le parole d’ordine.

Interno della tenda. Scusate il disordine: siamo appena arrivati. Copyright PNRA
Interno della tenda. Scusate il disordine: siamo appena arrivati. Copyright PNRA

Ci sono anche dei risvolti umani, a volte, imprevedibili: si possono allacciare bellissimi rapporti con persone che a MZS (Mario Zucchelli Station), in mezzo a tante altre, spesso non hai la possibilità di conoscere bene e costruisci dei ricordi basati su emozioni che sai che solo con quelle persone potrai condividere.

Tutti collaborano per la riuscita del campo: chi cucina, chi lava i piatti, chi riordina. Proprio come in una piccola comunità. Copyright PNRA.
Tutti collaborano per la riuscita del campo: chi cucina, chi lava i piatti, chi riordina. Proprio come in una piccola comunità. Copyright PNRA.