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TO FLY OR NOT TO FLY

Uso una foto, che ho scattato ad un display all’International Antarctic Center di Christchurch, riferita ai pinguini, uccelli non volatori, per indicare la situazione in cui ci troviamo qui all’altro capo del mondo.

“To fly or not to fly” può essere infatti il motto di queste giornate in cui le condizioni meteo hanno costretto i partecipanti alla spedizione a numerosi “NO GO”.  Con queste due parole i previsori meteo dalle basi antartiche Mario Zucchelli e McMurdo (base americana) comunicano che non è possibile partire per il continente di ghiaccio a causa delle condizioni atmosferiche.  E così, per  diverse mattine dal loro arrivo, il primo gruppo di partecipanti alla spedizione ha visto ripetere la stessa scena: vestiti di tutto punto per affrontare le temperature polari, pronti in aeroporto a salire sull’aereo, per poi avere la comunicazione del “NO GO”.

Il volo per l’Antartide dura circa 8 ore (!) sopra uno dei cieli più turbolenti del mondo.  Una volta partito, a volte l’aereo è costretto a tornare indietro perché dall’Antartide arriva la comunicazione dell’impossibilità di atterrare.

Perché ci sia il “via libera” a partire deve esserci l’ “OK” incrociato da parte di entrambe le piste di atterraggio utilizzate dai C130, quella della Stazione Mario Zucchelli e quella della base americana di McMurdo.

Come vedete arrivare in Antartide, ancora oggi , può essere molto difficile…