Può un giorno durare più di 24 ore? Domanda strana, fatta da un’insegnante di Scienze!
Beh… questo giorno che ho passato nella bellissima Agira, direi proprio che per impegni, intensità e belle emozioni (…anche gastronomiche!) lo ricordo come se fosse durato una settimana…
Tutto è iniziato con un invito che mi ha fatto la docente polare “spessina” (termine coniato da chi ha partecipato alla SPEs, scuola polare estiva per insegnanti) Paola Giunta (che ringrazio di cuore) nella sua scuola, l’ISISS Fortunato Fedele di Agira, per parlare della mia esperienza in Antartide con le sue classi che mi avevano seguito mentre ero a Mario Zucchelli Station.
E perché non aggiungere, nel pomeriggio, anche un incontro di formazione per docenti sulle Scienze Polari?!?
Detto … fatto! Quando in una scuola si trovano Docenti appassionati, un Dirigente entusiasta, Collaboratori “collaborativi” tutto diventa possibile!
Se volete sapere di più sul progetto e sulla giornata ecco il link del servizio dedicato da una televisione locale.
Ed eccoci ancora nella bella Cremona dove l’amica e collega Maria Laura Beltrami ha organizzato per la quarta volta un meeting “polare” all’IIS Ghisleri. Incontri con studenti, docenti, popolazione … insomma una “due giorni” intensissima nella quale la vera protagonista è stata sempre lei: l’Antartide e la ricerca che l’Italia vi svolge.
I media locali si sono interessati all’evento. Se volete saperne di più cliccate sull’immagine qui sotto.
Titolo provocatorio, lo so, ma quante volte mi sono sentita domandare se in Antartide avessi incontrato qualche orso polare ?!
E’ vero che, anche a causa della poca attenzione nei testi scolastici riguardo le zone polari, spesso Artide ed Antartide nell’immaginario di noi abitanti delle medie latitudini vengono confusi uno nell’altro.
Sicuramente uno studente della IC dell’ITIS J. Von Neumann di Rebibbia non avrebbe avuto dubbi su questo! E’ infatti proprio questa classe polare che mi ha inviato una foto fatta durante l’attività “poli opposti”.
Ma questa classe non si è fermata a questa attività. Complice la loro insegnante “polarissima” (che tra l’altro ha frequentato la SPEs … non sapete cosa è la SPEs?! Guardate la mia presentazione nella pagina “about” di questo blog) , la collega ed amica Elena Lugaro, gli studenti hanno effettuato altri laboratori “freezzanti”.
Perché studiare le zone polari è importante per capire la dinamica climatica della Terra? Un’ esperienza di laboratorio riguardante l’oceanografia e gli spostamenti di masse d’acqua oceaniche può aiutare a comprendere questo aspetto.
Non si fa altro che parlare di riscaldamento globale e scioglimenti dei ghiacci ma … qual’è la differenza tra lo scioglimento del ghiaccio marino e del ghiaccio delle calotte polari? Per rispondere a questa domanda ecco un’esperienza che può aiutarci.
Cosa dire a questa classe e alla loro insegnante? Grazie di averci dato tutti questi spunti di riflessione. Lo so, mi avete anche fatto una domanda interessantissima riguardo i pinguini …in uno dei prossimi post la risposta tutta per voi!
PS: cari insegnanti se volete saperne di più su questi laboratori “polari” cercate il volume “L’Antartide e i segreti del clima”.
Giusto per la cronaca. Penso che sia interessante sapere che mentre io mi cimento con tende, corde doppie e ramponi, i miei colleghi della SPEs la scuola polare estiva da cui è partito tutto questo, stanno presentando a Milano al convegno SGI-SIMP dedicato alle geoscienze, i lavori fatti con le classi negli anni scorsi e su temi delle scienze polari. C’è chi ha fatto corsi e incontri per studenti e insegnanti, chi convegni a scuola, chi ancora spettacoli teatrali con gli studenti per rappresentare la vicenda dell’esploratore polare Shackleton. Insomma per farla breve, io andrò pure in Antartide, ma di insegnanti come me malati di scienze polari, ce ne sono parecchi!
Attività svolta nell’ambito del Protocollo di intesa fra MIUR e MNA per diffondere le conoscenze scientifiche sulle regioni polari agli studenti di scuola secondaria e con la collaborazione del PNRA