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il cervello di MZS: la sala operativa

Vedete nella foto quella torre che sovrasta la base? Si tratta della sala operativa,  il “cervello” di Mario Zucchelli Station. Operazioni di volo, sia di aerei che di elicotteri, programmazione delle attività dei ricercatori, controllo delle attività logistiche, gestione delle emergenze, e chi più ne ha più ne metta… tutto passa per il “l’attico” di MZS , l’”occhio” a 360 gradi che tiene sotto controllo tutto.

Immagine che i componenti della sala operativa hanno scherzosamente affisso sulla loro porta. Niente sfugge al loro occhio ma solo per garantire la sicurezza a tutti noi.
Immagine che i componenti della sala operativa hanno scherzosamente affisso sulla loro porta. Niente sfugge al loro occhio ma solo per garantire la sicurezza di tutti noi.

“La sala operativa è sempre presidiata “ci spiega Alessio Chirivino, pilota della Marina Militare, capo sala operativa,  “perché può sempre arrivare una richiesta di soccorso da un’altra base,  dai campi remoti o dalla base stessa”.

Alessio si presta scherzosamente a far vedere quello che può succedere in sala operativa: dover rispondere a quattro chiamate in contemporanea.
Alessio si presta scherzosamente a far vedere quello che può succedere in sala operativa: dover rispondere a quattro diverse chiamate in contemporanea.

“Vista la particolarità dell’ambiente e il cambiamento repentino delle condizioni meteo” continua Angelo Sgambati, pilota di elicotteri dell’Aviazione dell’Esercito ” ogni persona e ogni mezzo, qui a MZS sono dotati di una radio e devono comunicare di volta in volta la propria posizione”

 

Angelo intento a programmare l'attività del giorno successivo tenendo conto delle esigenze dei ricercatori e delle previsioni dei previsori meteo. Copyright PNRA.
Angelo intento a programmare l’attività del giorno successivo tenendo conto delle esigenze dei ricercatori e dei bollettini meteorologici dei previsori meteo. Copyright PNRA.

Il team della sala operativa, oltre ad Alessio ed Angelo, comprende anche i due previsori meteo Christian Ajello e Franco Colombo che abbiamo già conosciuto in un altro post.

Franco e Christian stanno scaricando immagini da satelliti e dati da stazioni meteorologiche per costruire i bollettini meteo sulla base dei quali viene organizzata tutta l'attività esterna di MZS. Copyright PNRA.
Franco e Christian stanno scaricando immagini da satelliti e dati da stazioni meteorologiche per costruire i bollettini meteo sulla base dei quali viene organizzata tutta l’attività esterna di MZS. Copyright PNRA.

“Operativa, operativa da Alessia” così inizia una comunicazione via radio tra me e la sala operativa (non nascondo che, soprattutto all’inizio, parlare per radio mi ha riportato alla mia infanzia quando le “radioline” con cui si comunicava con gli amici erano uno dei miei giochi preferiti …)

“Alessia, avanti da operativa”  la risposta (che arriva … sempre e dovunque!)

“ Vi comunico che sto andando sul pack” (sto quindi uscendo dalla base per andare sopra il ghiaccio marino)

“Copiato”

Ed il mio nome viene inserito in un elenco di persone che si sono allontanate dalla base e che finché non avranno comunicato di essere rientrate saranno “nei pensieri” dei nostri “angeli custodi.”

Ed ora per farvi capire cosa significa lavorare in sala operativa guardate questo video.

Cosa dire se non ” grazie ragazzi per quello che fate per tutti noi!”

La sala operativa al completo: Angelo, Christian, Franco e Alessio. Copyright PNRA.
La sala operativa al completo: Angelo, Christian, Franco e Alessio. Copyright PNRA.

14 dicembre 1911: una data “antartica” da ricordare!

Questo post è dedicato alla classe “polare”  III dell’Istituto Comprensivo “B. Citriniti” di Soveria Simeri (Catanzaro) che mi ha inviato le foto di una bellissima attività su uno degli argomenti più affascinanti di cui ci si possa interessare: l’esplorazione dell’Antartide.

Uno dei poster realizzato dagli allievi sulle spedizioni antartiche.
Uno dei poster realizzato dagli allievi sulle spedizioni antartiche. Sono nominati i tre principali protagonisti della conquista del continente antartico: Roald Amunsen, Robert Falcon Scott ed Ernest Shackleton.

Lo so, avrei dovuto pubblicarlo l’altro ieri…  ma meglio tardi che mai! Infatti il 14 dicembre del 1911 l’esploratore Roald Amundsen raggiungeva, primo nel mondo, il polo Sud geografico seguito, circa un mese dopo, da un altro esploratore polare, Robert Falcon Scott tragicamente morto durante la via del ritorno con gli altri componenti della spedizione. La storia di queste due spedizioni è raccontata in decine di libri oltre che dai diari degli stessi partecipanti. Inoltre la macchina fotografica e la videocamera erano già in uso agli inizi del ‘900 e c’era sempre un fotografo  a documentare questi viaggi di esplorazione. Questo ci consente di “vedere in faccia” i protagonisti di queste vicende e di sentirli, come dire, più “veri”.

La tenda, battente bandiera norvegese, collocata nei pressi del Polo Sud  da Amundsen ed i suoi uomini.
La tenda, battente bandiera norvegese, collocata nei pressi del Polo Sud da Amundsen ed i suoi uomini.

Ma non finisce qui l’interesse di questa fantastica classe “polare” per il nostro continente preferito. Guardate, sempre guidati dalla loro insegnante Donata Perri, che cosa hanno realizzato. E quando la creatività e la scienza si incontrano viene sempre fuori qualcosa di “fabulous”!!!

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Un bellissimo plastico dell’ambiente antartico. Bravissimi bambini!

 

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Antartide chiama … chiama … Ascoli Piceno

Qualche sera fa (mattina per voi tutti amici del fuso +1) durante la videoconferenza con le scuole ho finalmente risentito i “suoni di casa”. Infatti, in collegamento con Mario Zucchelli Station, c’era l’ITS Mazzocchi di Ascoli Piceno, la mia bellissima città natale.

I ragazzi, guidati dai loro disponibilissimi insegnanti che ho avuto modo di conoscere prima della mia partenza per il continente di ghiaccio,  hanno tempestato di domande interessanti, talvolta impegnative, i ricercatori presenti in base. Questo post è dedicato proprio ad una di queste domande riguardo gli adattamenti al freddo e al nuoto degli animali antartici.

Ci sarebbe da scrivere un libro sull’argomento quindi “FOCAlizziamoci” sugli adattamenti della nostra beniamina e cioè la foca di Weddell.

Mamma e cucciolo. Copyright PNRA.
Mamma e cucciolo. Copyright PNRA.

“Per resistere alle lunghe immersioni nelle fredde acque antartiche “ ci spiega Arnol Rakaj del gruppo di ricerca sulle foche di Weddell dell’Università di Torvergata ” le foche ricorrono a particolari adattamenti. Oltre alla presenza della pelliccia, il più importante è quello dello strato di grasso (blubber) superiore ai 5 cm che avvolge l’animale. Questo strato forma un vero e proprio involucro che isola l’animale dall’ ambiente esterno; contemporaneamente, la massa grassa svolge anche la funzione di riserva energetica per i periodi in cui la caccia è meno favorevole.”

Lo strato di grasso sottocutaneo in una foca di Weddell può raggiungere anche i 10 cm. Credit: Jennifer Burns
Lo strato di grasso sottocutaneo in una foca di Weddell può raggiungere anche i 10 cm. Credit: Jennifer Burns

“Anche la forma tondeggiante del corpo dell’animale” continua Arnold “risulta essere il migliore compromesso tra superfice/volume, caratteristica questa tipica di molti animali endotermi dei climi freddi.”

Le foche di Weddell sono animali "ciccioni". Il loro strato di grasso li protegge dalla dispersione di calore. Copyright PNRA.
Le foche di Weddell sono animali “ciccioni”. La loro forma tondeggiante riduce la superficie rispetto al volume diminuendo la dispersione di calore.  Copyright PNRA.

“Un ultimo ma non meno importante adattamento morfologico è costituito dai turbinati nasali (complesse introflessioni della cavità nasale) i quali consentono all’animale di ridurre al minimo la dispersione termica durante la respirazione in un ambiente estremo come è l’Antartide.”

Turbinati nasali molto articolati della foca di Weddell.
Turbinati nasali molto articolati della foca di Weddell. Credit: Jennifer Burns.

“Per quanto riguarda gli adattamento al nuoto e al mondo sommerso le strategie messe in atto sono anche più complesse e articolate” ci dice il nostro ricercatore “Questi animali si immergono per lunghi intervalli di tempo (superiori a 80 min) a  profondità notevoli (904 m registrati nel 2008).”

“Al contrario di quello che si può pensare le riserve polmonari non costituiscono la principale riserva d’ossigeno della foca per le lunghe immersioni. Infatti, per immagazzinare l’ossigeno, le foche possono contare su una notevole quantità di sangue che arriva a costituire il 20% del volume corporeo totale (rispetto 7-8% nel caso di noi umani). Il loro sangue, inoltre, è anche molto più denso e ricco in emoglobina rispetto al nostro e  può costituire, così, una consistente riserva di ossigeno.”

Percentuale di volume corporeo costituito dal sangue.
Percentuale di volume corporeo costituito dal sangue.

“Anche i muscoli contribuiscono, grazie ad una notevole quantità di mioglobina (proteina presente nel tessuto muscolare), ad aumentare la quantità di ossigeno disponibile”

Un sentito grazie ad Arnold Rakaj, giovane e promettente ricercatore con cui ho lavorato durante questo periodo a MZS, e grazie anche agli insegnanti e agli allievi dell’ITS Mazzocchi di  che con il loro interesse hanno portato un po’ di Antartide ad Ascoli Piceno.

Grazie ai ragazzi dell'ITS Mazzocchi riesco a fare un "tributo" dovuto ad una delle piazze più belle d'Italia ( e non penso di essere di parte!).
Grazie ai ragazzi dell’ITS Mazzocchi riesco a fare un “tributo” dovuto ad una delle piazze più belle d’Italia ( e non penso di essere di parte!).

Lezioni “freezzanti” all’IIS Vespucci di Livorno

Questo post è dedicato ad alcune classi, rispettivamente una prima e due seconde,  dell’Istituto Tecnico ad indirizzo economico dell’IIS  “A. Vespucci” di Livorno, assolutamente delle “classi polari”!

Le scienze polari possono veicolare praticamente tutti i contenuti dei programmi di scienze.
Le scienze polari possono veicolare praticamente tutti i contenuti dei programmi di scienze.

Pensate che gli studenti di queste classi, guidati dall’ insegnante “polare” Marianna Daniele stanno addirittura “facendo lezione” a studenti di scuola secondaria di primo grado realizzando quello che per gli addetti ai lavori della scuola si chiama “curriculo verticale”.

Uno studente che fa lezione ad altri studenti: che meraviglia!
Una studentessa che fa lezione ad altri studenti: che meraviglia!

Ebbene sì, le scienze polari sono così affascinanti che conquistano grandi e piccoli e si prestano quindi a fare da “ponte” tra diversi ordini di scuola.

Classi polari dell'IIS Vespucci. Brrr...che belli!
Classi polari dell’IIS Vespucci. Brrr…che belli!

La professoressa Marianna Daniele, nella mail che mi scrive, mi invita ad una giornata “Fabulous” (proprio così l’ha chiamata) che vorrebbe organizzare nella sua scuola. Questo nome mi piace talmente tanto che non posso fare altro che accettare!

quattro chiacchiere con … i previsori meteo. che tempo fa oggi?

Quando il 4 dicembre giorno di Santa Barbara ho fatto un post per Vigili del Fuoco e Marina Militare sono venuti a “bussare alla mia porta” i militari dell’Aviazione. “Adesso vediamo cosa fai il 10 dicembre festa della Madonna di Loreto, protettrice dell’Aviazione?!”.

Cari amici “aviatori” questo è un invito a nozze per me , che sono marchigiana,  perché è un’opportunità di ricordare la mia meravigliosa regione. Inoltre due dei militari della Aeronautica presenti in base sono proprio i nostri “indovini del tempo” (spero non si arrabbino…) di cui da tempo volevo scrivere qualcosa.

Ogni mattina gli “abitanti di Baia Terra Nova” si svegliano con questo messaggio appeso in bacheca:

Un riassunto didascalico del bollettino meteo preparato dai nostri previsori meteo. Copyright PNRA.
Un riassunto didascalico del molto più complesso bollettino meteo preparato dai nostri previsori meteo. Copyright PNRA.

Sapere che tempo che fa qui in Antartide non è di certo per decidere se andare al mare o no a fare il bagno (oltretutto sul mare davanti MZS  al massimo, per ora, possiamo fare pattinaggio su ghiaccio!), ma è di fondamentale importanza per organizzare  tutte le operazioni di volo giornaliere.

“La giornata del previsore meteo” – ci spiega Franco Colombo, tenente colonnello del servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare ” inizia alle 6 di mattina con la preparazione del primo bollettino meteo cioè un’osservazione del tempo che entrerà a far parte di un sistema di osservazioni per creare una previsione” 

“L’attività prosegue con il briefing ai piloti degli elicotteri e del Twin Otter” continua Christian Ajello, anche lui tenente colonnello del servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare ” per spiegare loro (in inglese, visto che sono canadesi e neozelandesi) le condizioni meteo che troveranno lungo la rotta e nelle destinazioni finali dove devono accompagnare i ricercatori per i loro campionamenti. Per fare questo analizziamo le immagini dei satelliti meteorologici che si trovano sopra di noi che ci fanno capire quale è la copertura nuvolosa”.

Spostarsi con mezzi aerei quando le condizioni meteo non sono favorevoli può essere molto pericoloso qui in Antartide. Questo rende il lavoro dei nostri previsori fondamentale per garantire la sicurezza per tutti quelli che per i loro studi ( e ne sono veramente tanti) devono prendere l’elicottero per spostarsi.

“Alle ore 12 viene lanciato un pallone-sonda che misura di dati di temperatura, umidità e pressione fino ad una quota di oltre 20 km” continua Franco “Questi dati sono importanti per costruire previsioni meteo accurate.”

Franco Colombo mentre lancia il pallone con attaccata una sonda per rilevare delle grandezze fisiche utili alle previsioni meteo. Copyright PNRA.
Franco Colombo mentre lancia il pallone con attaccata una sonda per rilevare delle grandezze fisiche utili alle previsioni meteo. Copyright PNRA.

Nel pomeriggio i previsori continuano a scaricare mappe di previsione e fare bollettini aggiornando di volta in volta i piloti sugli eventuali cambiamenti.

“A mezzanotte si lancia nuovamente il pallone-sonda” ci dice Christian ” e alle tre di notte il lavoro termina con l’invio dei dati del sondaggio alla banca dati del Centro Nazionale di Meteorologia di Roma”

E il mattino alle sei tutto ricomincia …

Una cosa è sicura qui a Baia Terra Nova: se ti svegli di notte perché non riesci a dormire per qualsiasi motivo, c’è (quasi) sempre un previsore meteo che può farti compagnia!

Franco e Christian, in sala operativa, intenti a osservare le immagini da satellite. Copyright PNRA.
Franco e Christian, in sala operativa, intenti a osservare le immagini da satellite. Copyright PNRA.
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Antartide chiama … chiama … Staranzano!

Questa volta sono stati i ragazzi delle prime classi dell’ISIS BEM di Gradisca/ Staranzano (GO) a collegarsi con il continente di ghiaccio.

Le domande, a cui hanno risposto i ricercatori presenti a MZS, hanno spaziato da interrogativi  riguardanti le peculiarità dell’Antartide fino a curiosità sulla giornata “tipo” dei ricercatori e l’organizzazione della vita in base.

Interessante è stata la domanda riguardante i collegamenti con altre basi di ricerca a cui è dedicato questo post.

Prima di tutto la ricerca in Antartide è basata sulla cooperazione internazionale, principio sancito dal Trattato Antartico di cui vi ho già parlato.

Per motivi di vicinato spesso in base si possono incontrare coreani e tedeschi (la base tedesca di Gondwana e la nuovissima base coreana Jang Bogo Station sono vicine alla nostra:le possiamo raggiungere con 15 minuti di motoslitta o automobile finché c’è il pack nella Tethys Bay).

Base tedesca di Gondwana. Copyright PNRA.
Base tedesca di Gondwana. Copyright PNRA.
Veduta dall'alto della nuovissima Jang Bogo Station coreana. Copyright PNRA.
Veduta dall’alto della nuovissima Jang Bogo Station coreana. Copyright PNRA.
Da buona tradizione italiana "abbiamo bussato con i piedi" a Jang Bogo Station. Il nostro chef di cucina Franco Lubelli ( a destra nella foto con lo chef coreano) ha preparato una torta da portare in dono ai coreani. Copyright PNRA.
Da buona tradizione italiana “abbiamo bussato con i piedi” a Jang Bogo Station. Il nostro chef di cucina Franco Lubelli ( a destra nella foto con lo chef coreano) ha preparato una  buonissima e bellissima torta da portare in dono ai coreani. Copyright PNRA.

Un’altra base con cui si collabora spesso è quella francese Dumont D’Urville che si trova a circa 1200 km da MZS (tutto sommato abbastanza vicino considerando le distanze qui in Antartide). Questo anche perché con i francesi condividiamo una base che è un fiore all’occhiello della ricerca antartica, la base Concordia che si trova all’interno del continente ( anche lei a 1200 km da MZS).Altri vicini di casa sono gli americani della base McMurdo, la più grande base presente qui in Antartide, dove vivono più di 1000 persone, e i neozelandesi con la loro Scott Base.

E’ normalissimo, qui in base, sentire parlare in inglese e francese oppure  vedere a pranzo ricercatori neozelandesi o coreani.

E’ veramente un ambiente “internazionale” e “interculturale”!

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Adorabile foca di Weddell!

Questo post è dedicato ai ragazzi della classe “polare” IIIB dell’Istituto Comprensivo “Antonio Fogazzaro”  di Como Rebbio che, guidati dalla Prof.ssa Maria Cira Veneruso, docente polare con esperienza antartica, mi hanno inviato delle domande riguardo la foca di Weddell.

Marlon mi chiede se le foche che sto studiando sono a rischio estinzione.

Le foche di Weddell, fortunatamente, non sono a rischio estinzione. L’organismo che si preoccupa di stabilire se una specie è o non a rischio si chiama IUCN (International Union of Conservation of Nature). La classificazione del rischio è questa.

ESTINTE estinta del tutto
estinta in natura
MINACCIATE in pericolo critico
in pericolo
vulnerabile
A BASSO RISCHIO quasi minacciata
minor preoccupazione

 

La foca di Weddell, per ora, non dà “nessuna preoccupazione”!

Niccolò mi chiede se  ho dormito qualche notte in un campo esterno alla base.

Si. Per questo puoi andare a leggere questo post dove spiego  e faccio vedere  un “campo remoto”.

Campo remoto a Key Island allestito per studiare le foche di Weddell lì presenti. Copyright PNRA.
Campo remoto a Key Island allestito per studiare le foche di Weddell lì presenti. Copyright PNRA.

La domanda di Salem è questa: l’inquinamento del pianeta ed il suo riscaldamento hanno già avuto qualche effetto sulla vita delle foche?

Per ora sembrerebbe di no ma sarebbero necessari studi più approfonditi.

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Imen mi domanda quanto pesano e quanto sono grandi le foche che ho incontrato.

Certamente la taglia di una foca dipende dalla sua età e dal suo sesso. Sicuramente gli organismi più grandi che ho visto sono i maschi adulti, le femmine gravide e anche quelle che hanno appena partorito. Queste, infatti, possiedono riserve di grasso tali da permettere loro di non nutrirsi per diverse settimane mentre allattano il piccolo sul pack. Nella mia esperienza ho visto individui anche di oltre 2 metri e dal peso di oltre 500 kg. Le femmine durante l’allattamento perdono gran parte del loro peso corporeo (anche 100 kg in 3 settimane); il cucciolo, e questa è veramente una cosa fantastica da vedere, cresce a “vista d’occhio” di circa 2 kg al giorno per i primi mesi.

Mamma e cucciolo: sempre insieme per circa 8 settimane cioè il tempo di allattamento e di muta del pelo da parte del piccolo. Copyright PNRA.
Mamma e cucciolo: sempre insieme per circa 8 settimane cioè il tempo di allattamento e di muta del pelo da parte del piccolo. Copyright PNRA.

Sempre Imen mi chiede se ho visto partorire una foca?

Purtroppo no, ho visto però cuccioli appena nati ancora con il cordone ombelicale attaccato.

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Lo so, cari studenti della IIIB, che avete inviato anche altre interessanti domande. Vi risponderò in qualche prossimo post. Voi continuate ad interessarvi alla Favolosa Antartide!

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4 Dicembre: santa barbara.

Stamattina davanti la macchinetta del caffè, Andrea dice ” Allora … non mi fate gli auguri?!”  Qualcuno risponde “E’ il tuo compleanno?” “Ma no” continua Andrea ” Oggi è Santa Barbara, la protettrice dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare”

Quale migliore occasione per fare un post che dedico “of course” a tutte le “Barbara” (compresa la mia migliore amica) che conosco  ma anche ai Vigili del Fuoco e al personale della Marina Militare che sono presenti qui a Mario Zucchelli Station (MZS).

Giuseppe Possenti e Andrea Cavalieri. Due Vigili del Fuoco di MZS. Copyright PNRA.
Giuseppe Possenti dipendente Enea facente parte della squadra emergenza di MZS  e Andrea Cavalleri Vigile del Fuoco. Copyright PNRA.

“I Vigili del Fuoco qui a MZS ricoprono diverse funzioni” ci spiega il responsabile Andrea Cavalleri  “Ad esempio io mi occupo del rifornimento di carburante dei velivoli (aeroplani ed elicotteri), l’altro Vigile professionista, Antonio De Leonardis, si occupa della manutenzione degli automezzi”.

Da destra: Antonio De Leonardis Vigile del Fuoco, Daniele Visparelli e Giuseppe Caivano volontari nelle operazioni di assistenza a atterraggio e decollo dei mezzi aerei sul pack. Copyright PNRA.
Da destra: Antonio De Leonardis Vigile del Fuoco, Daniele Visparelli e Giuseppe Caivano volontari nelle operazioni di assistenza all’ atterraggio e al decollo dell’L-100 sul pack. Copyright PNRA.
Da destra: Andrea Cavalieri Vigile del Fuoco,  Antonio Zanutta e Lorenzo De  Silvestri volontari. Copyright PNRA.
Da destra: Andrea Cavalleri Vigile del Fuoco, Antonio Zanutta e Lorenzo De Silvestri volontari. Copyright PNRA.
Anche io ho fatto volontaria durante le operazioni di atterraggio e decollo dell' L-100 sul pack. Copyright PNRA.
Anche io ho fatto la volontaria durante le operazioni di atterraggio e decollo dell’ L-100 sul pack. Copyright PNRA.

Anche i militari della Marina svolgono diversi ruoli. Ad esempio come guide alpine per accompagnare i ricercatori nelle zone più disagiate del continente antartico e anche come palombari per le immersioni in cui svolgono i campionamenti che i ricercatori non potrebbero effettuare da soli viste le condizioni estreme dell’Oceano Meridionale.

Patrizio, Mario ed Emanuele sono tre rappresentanti della Marina Militare qui a MZS. Copyright PNRA.
Patrizio, Mario ed Emanuele sono tre rappresentanti della Marina Militare qui a MZS. Copyright PNRA.
Un fuoribordo del PNRA dove lavorano ricercatori coadiuvati da militari della Marina. Copyright PNRA.
Un fuoribordo del PNRA dove lavorano ricercatori coadiuvati da militari della Marina. Copyright PNRA.

“Per immergerci usiamo una muta stagna che ci consente di poter restare in acqua per 20 minuti” Ci racconta Mario, un maresciallo della Marina “prestato” alla ricerca per questo breve periodo della Spedizione in Antartide. “Infatti, a causa della bassa temperatura dell’acqua” continua Mario “ il corpo per cercare di contrastare l’ipotermia toglie il sangue alle estremità, cioè mani e piedi che rischiano il congelamento”.

Mario indossa la sua muta stagna. Copyright PNRA.
Mario indossa la sua muta stagna. Copyright PNRA.

Un altro ruolo in questo momento ricoperto da un pilota della Marina Militare, Alessio Chirivino, è quello di responsabile della Sala Operativa, il cervello organizzativo della base.

Qui in sala operativa vengono raccolte tutte le esigenze dei ricercatori e si schedulano le attività in modo da ottimizzare le risorse disponibili in termini di mezzi aerei, navali e terrestri” Ci spiega Alessio. ” Tutto quello che succede in base deve passare sotto l’occhio vigile della sala operativa”.

Il nostro chef di cucina sta già preparando due torte per festeggiare la ricorrenza. Abbiamo già tutti l’acquolina in bocca!

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Antartide chiama … chiama … Prato!

Quale miglior modo per “festeggiare” l’Antarctica Day se non quello trovato da alcune classi del Liceo  “N. Copernico” di Prato che alle 11 (ora italiana) del primo dicembre dopo una mattinata di seminari incentrati sul continente di ghiaccio, si sono collegate direttamente con la Stazione Mario Zucchelli a Baia Terra Nova per una videoconferenza.

Alessio Chirivino, pilota militare della Marina spiega il suo lavoro di responsabile della sala operativa della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA.
Alessio Chirivino, pilota militare della Marina spiega il suo lavoro di responsabile della sala operativa della Base Mario Zucchelli. Copyright PNRA.

Molti ricercatori e personale logistico della base si sono mobilitati per partecipare a questo evento di divulgazione della ricerca italiana in Antartide proprio nel giorno in cui si ricorda la firma del Trattato Antartico avvenuta, appunto, il primo di dicembre del 1959 e che vede iniziative del genere organizzate in tutto il mondo da Università e associazioni che si occupano di ricerca polare.

Il ricercatore Arnold Rakaj spiega agli studenti  la ricerca italiana sulla foca di Weddell. Copyright PNRA.
Il ricercatore Arnold Rakaj spiega agli studenti la ricerca italiana sulla foca di Weddell. Copyright PNRA.

Un grazie particolare alla Professoressa Maddalena Macario, docente polare, che ha organizzato questa giornata “freez-ante”

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Antartide chiama … chiama … “Antartide”!?

Il 29 novembre a Baia Terra Nova si è giocato in casa. Infatti il video collegamento effettuato con l’Italia ha visto dall’altra parte dello schermo docenti di scuola secondaria che si trovavano in quello che può essere considerato un pezzo di Antartide in Italia : il Museo Nazionale dell’Antartide nella sede di Trieste. L’occasione è stato un workshop per docenti organizzato nell’ambito del progetto VALFLU e  che ha previsto un collegamento con MZS (Mario Zucchelli Station).

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L’Incontro tra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica sta diventando un vero e proprio “cavallo di battaglia” per il mondo “polare”. Anche la mia partecipazione alla XXX spedizione italiana in Antartide si inserisce in questo nuovo modo di pensare la divulgazione della ricerca e cioè fare degli insegnanti di scuola primaria e secondaria i “portavoce” privilegiati per portare a conoscenza di queste tematiche il maggior numero di studenti possibile. Studenti che, si spera, un giorno diventeranno cittadini consapevoli dell’importanza della ricerca scientifica e del suo ruolo cruciale nello sviluppo del nostro Paese.

Silvia Illuminati, Sandro Francesconi, Alessia Cicconi, Michele Dalle Fratte, Maurizio Azzaro, ...., Daniele Visparelli. Ecco alcuni dei partecipanti alla videoconferenza con gli insegnanti di Trieste. Copyright  PNRA.
Silvia Illuminati, Sandro Francesconi, Alessia Cicconi, Michele Dalle Fratte, Maurizio Azzaro, Francesco Pongetti, Daniele Visparelli. Ecco alcuni dei partecipanti alla videoconferenza con gli insegnanti. Copyright PNRA.
Durante il videocollegamento ricercatori e personale logistico hanno spiegato la loro attività in Antartide. Copyright PNRA.
Durante il videocollegamento ricercatori e personale logistico hanno spiegato la loro attività in Antartide. Copyright PNRA.